Cronaca

Agguato al portavalori: analisi su proiettili e mezzi

LECCE – Inquirenti al lavoro a 360° gradi: le indagini serrate sul violento agguato al furgone portavalori sono seguite, congiuntamente, dalla squadra mobile di lecce e dal nucleo investigativo dei Carabinieri, coordinati dal PM Giuseppe Capoccia del pool Criminalità organizzata nelle cui mani il fascicolo è stato trasferito.

Riscontri incrociati e soprattutto l’analisi certosina e scientifica su ciò che rimane delle due BMW incendiate dai banditi e abbandonate una nel luogo dell’agguato, lungo la Statale 16, l’altra nel casolare nelle campagne tra Martignano e Sternatìa.

Analisi complicate considerando che ciò che rimane dei veicoli è davvero poco. Tutto in cenere, comprese targhe e telaio di due auto potentissime rubate nel foggiano insieme ai camion portati via, invece, da una ditta di Francavilla Fontana.

Sulla BMW  trovata incenerita nel casolare in Contrada ‘Chicco Rizzo’, dove i rapinatori hanno fatto tappa prima di dileguarsi, era stata montata tra l’altro, la targa di una Mini Minor, anche questa rubata. Stessa cosa per l’altra BMW, abbandonata in fiamme su una piazzola di sosta.

L’incendio nella casa a rustico di un uomo di Martignano ma domiciliato a San Foca, ha avvolto tutto: anche dei giocattoli accatastati. È una struttura aperta e accessibile, i banditi conoscevano bene la zona e, probabilmente, avevano fatto diversi sopralluoghi.

Organizzatissimi naturalmente, veri professionisti, che qualche particolare però lo hanno tralasciato: innanzitutto non avevano considerato la reazione dei vigilantes, né avevano tenuto conto che il camion posizionato sulla carreggiata per sbarrare la strada al portavalori non era stato frenato adeguatamente. Durante l’incendio si è spostato e questo ha fatto si che si aprisse un varco che ha permesso la fuga del blindato.

Nelle mani degli inquirenti anche i tre bossoli ed un proiettile inesploso che riconducono ad un kalashnikov militare di fabbricazione russa.

La banda, composta da non meno di 6 persone, aveva organizzato l’assalto da tempo: rapinatori specializzati e armati, autori chissà, di altri colpi analoghi in altre province, ma sicuramente aiutati da un basista della zona perfettamente a conoscenza dei luoghi, e soprattutto perfettamente a conoscenza dell’itinerario che il portavalori, con a bordo oltre un milione di euro da destinare a diversi uffici postali del magliese, avrebbe compiuto a quell’ora: sapevano che tra le 6.30 e le 7, il furgone si sarebbe trovato sulla Statale 16, nel tratto compreso tra i due svincoli che seguono, di poco il centro commerciale di Cavallino.

Una precisione davvero sospetta considerando che gli itinerari dei portavalori sono segretissimi.

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