Politica

Candidature romane, Vendola verso le dimissioni

BARI   –   Con il nuovo anno, arriverà il cambiamento,  il cambiamento di fase. La sensazione è che sia racchiuso tutto qui il senso della conferenza stampa di fine anno del presidente della Regione Nichi Vendola. Non un bilancio relativo agli ultimi 12 mesi, come da tradizione.

Questa volta è andato oltre.

Il sapore è quello di un commiato che arriverà, forse più tardi del previsto, ma che arriverà. E’ un bilancio degli ultimi due anni e mezzo di governo “nei quali – ha detto Vendola –  abbiamo zappato la terra, l’abbiamo dissodata, concimata e seminata: si cominciano a vedere dei germogli”.  Del resto alla domanda, diretta, se come sembra questa sarà la sua ultima conferenza stampa di fine anno da governatore, la risposta è titubante e per questo, forse, molto più chiara di quanto non si pensi: “Non lo so… Non lo so. Di sicuro il mio obiettivo è vedere il risultato della spesa europea al 31 maggio”.

Anche perché, poi, sui progetti futuri le idee sono chiare: “Non ho nessuna intenzione – ha detto ancora il governatore – di cominciare un’avvenutura precaria, di un governo a corrente alternata. Ho intenzione di cominciare con Bersani, SEL e PD un’esperienza importante di una legislatura di cambiamento”.

E chissà se quel richiamo costante all’Europa, ‘parola chiave’,  possa essere anche il segno di qualcosa che verrà.

Dal clima di commiato non sono esenti neanche gli assessori della giunta. Tutti, o quasi, attorno ad un tavolo ad alto tasso di candidature. Ben 7 sono quelli che tenteranno chi il salto romano, chi la guida della stessa Regione. Nei discorsi, ognuno ha ripercorso quello che ritiene sia stato il punto forte del proprio lavoro. Dall’incentivo all’innovazione di Loredana Capone, ai risultati raggiunti nel PSR di Dario Stefàno, dal deficit sanitario inferiore rispetto a quello chiesto dal patto di stabilità di Attolini alla VIA concessa al molo polisettoriale del Porto di Taranto e alla imminente chiusura dei cantieri che renderanno la Sud-Est, la prima metropolitana di superficie del Salento ricordati da Minervini.

Un 2012 che aldilà della necessità di far passare le belle notizie, è stato quello del braccio di ferro sull’Ilva, tra industriali e ambientalisti, e quello di una maggioranza spesso aiutata dall’opposizione.  “Non ci hanno fatto sconti – dice il governatore – abbiamo solo deciso di capirci”.

E forse proprio questo suona strano considerando che a farlo sono due forze così lontane nelle idee.

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