Cronaca

Inchiesta Sanità, Frisullo condannato: “Ma non vi furono tangenti”

BARI  –   Non vi fu corruzione, ma Frisullo pilotò gli appalti in accordo con Tarantini. È una condanna a metà, quella che il GUP di Bari Alessandra Piliego, al termine del processo con rito abbreviato, ha comminato a Sandro Frisullo e dimezzata è anche la condanna, rispetto alle richieste dell’Accusa che aveva invocato 6 anni di carcere: 2 anni e 8 mesi all’ex vice presidente della Regione Puglia ed ex uomo forte del PD regionale.

Una carriera politica stroncata – di fatto – dall’inchiesta sulla Sanità pugliese e dalle accuse di Gianpaolo Tarantini: anche l’imprenditore barese è stato condannato. Per lui, però, una condanna addirittura maggiore rispetto alla richiesta dei PM: i Pubblici Ministeri Ciro Angelillis ed Eugenia Pontassuglia avevano chiesto 4 anni, il Giudice Piliego ha condannato Tarantini a 4 anni e 3 mesi.

Assolto, invece, l’ex primario di Neurochirurgia del ‘Vito Fazzi’ di Lecce, Antonio Montinaro, per il quale la pubblica Accusa aveva chiesto la condanna a 2 anni e 8 mesi di reclusione.

La sentenza, emessa nel giorno della Vigilia di Natale, farà di sicuro discutere ancora: la decisione del Giudice è venuta subito dopo le dichiarazioni spontanee dello stesso Frisullo nell’aula del Tribunale di Bari dove si stava celebrando il processo con rito abbreviato. Durante il suo intervento Frisullo ha ripercorso le tappe di quello che ha definito un ‘incubo’ giudiziario cominciato con l’arresto in carcere, nel marzo 2010, e ha respinto ogni accusa. “Nella mia non breve attività politica ed istituzionale – ha detto l’ex numero due di Nichi Vendola – non ho mai preso denaro per favorire qualcuno”. Ha quindi affermato che il suo onore è stato “infangato e calpestato, gettato nel tritacarne con un’accusa che non lasciava scampo: aver intascato tangenti”. Al Giudice ha infine chiesto “un atto di riparazione a questa ingiustizia e anche un atto di riparazione per la stessa giustizia”.

Quali erano le accuse? Secondo le indagini, basate soprattutto sulle intercettazioni e sulle dichiarazioni rese durante alcuni interrogatori da Gianpaolo Tarantini, Frisullo avrebbe ricevuto dall’imprenditore barese escort e denaro in cambio di vantaggi per le sue società nell’aggiudicazione di appalti presso la ASL di Lecce. I fatti contestati si riferiscono agli anni 2007-2009.

Quali sono state, invece, le decisioni del Giudice? Secondo la sentenza, Frisullo e Tarantini sono stati riconosciuti colpevoli dei reati di associazione per delinquere, turbativa d’asta e abuso d’ufficio. Sono, invece, stati assolti dal millantato credito e dalla corruzione, perchè il fatto non sussiste.

La differenza di pena decisa dal GUP di Bari Alessandra Piliego per i due imputati (2 anni e 8 mesi per Frisullo, 4 anni e 3 mesi per Tarantini), accusati degli stessi reati, dipende dal fatto che solo all’ex vicepresidente della Regione Puglia il Giudice ha riconosciuto le attenuanti generiche.

Tarantini è stato inoltre interdetto per 5 anni. L’ex primario Montinaro, è stato invece assolto da tutti i reati a lui contestati: dalla corruzione “perchè il fatto non sussiste”, e dalla turbativa d’asta “per non aver commesso il fatto”.

Infine, la sorte degli altri due  imputati, ovvero Claudio Tarantini, fratello di Gianpaolo, e Vincenzo Valente, ex Direttore amministrativo dell’ASL di Lecce: rinvio a giudizio con rito ordinario; per loro il processo comincerà il 7 marzo 2013 dinanzi ai Giudici della II Sezione Penale del Tribunale di Bari.

Arriva così a sentenza la più importante e discussa vicenda politico-giudiziaria della storia pugliese negli ultimi anni: una decisione che non scriverà solo una pagina della cronaca giudiziaria del Tribunale di Bari, ma anche un pezzo della storia politica di tutta la Puglia.

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