Cronaca

Dal carcere l’infermiera di Taurisano: “Voglio rivedere mia figlia”

LECCE  –  C’è una storia che come tante di questo genere, viaggia su due binari paralleli: uno è quello giudiziario, l’altro è quello umano. Su un binario c’è una donna, accusata di aver ucciso il marito iniettandogli una dose letale di eroina.

2 mesi fa, la Corte d’Assise d’Appello di Taranto, con l’accusa di omicidio aggravato, le ha confermato l’ergastolo.

È detenuta nel carcere leccese di Borgo S. Nicola Lucia Bartolomeo, l’infermiera di Taurisano, madre di una bambina di 11 anni.

Eccolo l’altro binario: Lucia Bartolomeo è una mamma.  Una mamma che da 3 mesi, non vede sua figlia.

Secondo la legge, ne ha persa la patria potestà già dal 1° grado di giudizio – una pronuncia che però, non è definitiva, almeno fino a quando non si sarà espressa la Corte di Cassazione -.

E infatti la bambina, che sta bene ed è stata affidata allo zio paterno, fino a settembre scorso, incontrava la sua mamma una volta al mese per un’ora e la sentiva telefonicamente ogni sabato. Ma a ottobre, novembre e dicembre, mamma e figlia non si sono incontrate ed il motivo non è ancora stato spiegato al legale della donna, l’Avvocato Francesca Dell’Anna Misurale che per conto della sua cliente, ha presentato un’istanza urgentissima al Tribunale dei Minori di Lecce.

Con l’istanza che ci è stata fornita dalla sorella di Lucia, si chiede di conoscere il perchè della sospensione degli incontri, tenendo conto del fatto che con un decreto del 16 giugno 2011, lo stesso Tribunale aveva ribadito “che nonostante la dichiarata decadenza della potestà genitoriale della madre, si deve tenere conto del bisogno affettivo della minore la quale ha formulato apertamente la sua richiesta di rivedere la madre”. 

La sorella di Lucia Bartolomeo ha detto di non voler sollevare polveroni, proprio per il bene della nipote e che però ogni famiglia ha il diritto di trascorrere un Natale quanto più possibile sereno. Dal carcere, sua sorella potrebbe tornare a protestare non mangiando. Già nel 2009 attuò lo sciopero della fame per 23 giorni per rivedere la bambina, ma oggi le sue condizioni di salute pare non siano buone come allora e privarsi del cibo potrebbe nuocerle.

“Quando la bambina sarà grande – dice la sorella di Lucia – deciderà autonomamente e in piena libertà cosa fare del rapporto con sua madre, ma ora è una bambina ed il rapporto con la mamma – conclude – va senza dubbio preservato”.

 

 

 

 

 

 

 

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