Cronaca

Porto Cesareo incontra Shell: “No alle trivelle”

PORTO CESAREO (LE)   –   A chiedere l’incontro è stata Shell. Due ingegneri, rappresentanti in Italia della compagnia petrolifera anglo-olandese, avevano programmato una riunione con i Sindaci dei Comuni bagnati dallo Jonio settentrionale per illustrare loro in cosa consista il progetto di ricerca di idrocarburi nei fondali al largo del Salento occidentale, della Basilicata e della Calabria.

Progetto per il quale Shell ha già chiesto la VIA, la Valutazione di Impatto Ambientale, al Ministero dell’Ambiente.

Da Policoro, Comune lucano interessato, si è già levato un coro di ‘no’.

Il Sindaco di Porto Cesareo Salvatore Albano ha manifestato l’intenzione di voler prima ascoltare quelle che sono le intenzioni della compagnia e così è stato. I rappresentanti Shell si aspettavano di incontrare solo i Sindaci e invece, nella Biblioteca di Porto Cesareo, c’erano anche i cittadini e le associazioni ambientaliste – Legambiente e Italia Nostra – tutti invitati da Albano.

C’era l’Assessore provinciale Pando, c’erano i Sindaci di Ugento e Alezio ed anche quello di S.Pancrazio salentino che ha voluto manifestare la propria vicinanza a Porto Cesareo. Gli ingegneri Shell hanno spiegato che la prima fase sarebbe puramente di studio, ovvero una grande nave, attraccata al largo – ad una cinquantina di km dalla costa salentina ed a soli 14 da quella calabrese – con sofisticati macchinari ad onde acustiche, esplorerebbe i fondali per captare l’eventuale presenza di petrolio.

Shell sottolinea, quindi, che non ci sarebbe alcun impatto ambientale.

Tutto cambierebbe, ovviamente, nella fase successiva se, cioè, dovesse rivelarsi la presenza di idrocarburi ed entrassero in gioco le trivelle a perforare i fondali.

Amministratori ed associazioni sono d’accordo nel dire no, assolutamente no. “Noi – ha detto Albano – siamo un paese che vive di turismo, la nostra area marina è la terza in Italia. Abbiamo fatto tanto, perchè Porto Cesareo diventasse la perla protetta che è oggi”.

Per questo è stato deciso di procedere per correre ai ripari con ogni mezzo possibile: con atti politici e tecnici, supportati e guidati dalla Provincia. Per ora i rappresentanti di uno dei maggiori gruppi mondiali nel settore dell’energia se ne sono tornati a casa incassando un ‘no’, ma è un parere che al momento può essere formalmente ignorato.

La decisione è nelle mani del Ministero. Ed è, quindi, a Roma che il Salento deve far sentire la propria voce.

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