Cronaca

Sarah, Michele piange e chiede perdono a Concetta

TARANTO  –   Piange  e chiede perdono,  Michele Misseri, nella 32^ udienza del  processo in Corte d’Assise a Taranto, sul delitto di Sarah  Scazzi. Ma  il contadino, ribadisce,  che ad  uccidere la 15enne di Avetrana è  stato lui soltanto.

La ribadisce anche quando ripercorre e ricostruisce, rispondendo alle domande del PM Mariano Buccoliero,  i momenti della soppressione del cadavere  nel pozzo di Contrada ‘Mosca’.

Un ricordo fatto,  a tratti, di contraddizioni e di molti non ricordo.  Persino di  gaffes clamorose: “Ho preso i vestiti di Sarah, dopo aver gettato il cadavere nel pozzo, quando ce ne siamo andati“. Ancora una volta  parla al plurale come se fosse stato aiutato da qualcuno ad occultare il corpo della ragazzina.

Il contadino  ha anche detto più volte che il 15 ottobre del 2010, giorno in cui accusò del delitto la figlia, era  imbottito di tranquillanti e non era lucido quasi sbottando, davanti alle domande della Pubblica Accusa,  ha detto:  “Voi non volete la verità, la verità la voglio solo io per quella poveretta. Io l’ho ammazzata una volta, ma voi chissà quante volte la state ammazzando”.

Il contadino ha  anche tirato fuori dalla tasca una corda, raccontando i momenti del delitto: “Ho utilizzato la corda – ha spiegato – perchè era appoggiata sul trattore. Se avessi avuto il cacciavite, avrei preso il cacciavite”. L’uomo ha detto di provare ‘sensi di colpa’ non solo nei confronti della ragazza morta, ma anche nei confronti della moglie e della figlia che si trovano in carcere.

Nel corso delle diverse ore di interrogatorio, poi, Misseri  si è anche rivolto a Concetta Serrano, madre di Sarah “Io volevo chiedere perdono a tutti, anche alla mamma di Sarah. Dopotutto ha perso una figlia. Io non ho avuto mai niente contro di lei. Lei è convinta che sono state mia figlia e mia moglie”.

Infine,  le intercettazioni: della zona del pozzo “la mamma sicuramente lo sapeva”. E’ una intercettazione ambientale in carcere, mentre parla con la figlia Valentina, che il PM della Procura di Taranto Mariano Buccoliero ha contestato a Michele Misseri durante il controesame: “Voglio vedere come è stato tradotto dal dialetto”, ha risposto Michele.

L’uomo sostiene che l’esistenza del pozzo non era conosciuta dalla moglie Cosima Serrano. La prossima udienza si terrà martedì 18 dicembre, quando le parti avranno la possibilità di chiedere l’ascolto di nuovi testimoni o di risentire testi già ascoltati durante il dibattimento.

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