BRINDISI – Indagini concluse, la notifica è arrivata nelle scorse ore. Sarà ora il GIP a decidere se l’Assessore regionale Fabiano Amati e il Sindaco di Fasano Lello Di Bari dovranno essere rinviati a giudizio con l’accusa di concorso in abuso d’ufficio.
Stessa ipotesi accusatoria per l’Architetto ed ex Assessore comunale di Fasano Davide Maria Dioguardi.
Oggetto del presunto illecito, il Piano di recupero del centro storico della ‘città della Selva’, adottato 4 anni fa dal Consiglio comunale.
Ad Amati, inoltre, la Procura di Brindisi contesta anche il reato di falsità ideologica commessa dal Pubblico Ufficiale in atti pubblici. I fatti risalgono al 2008, quando l’attuale Assessore regionale, su nomina del Sindaco Di Bari, ricevette l’incarico per il completamento dell’iter relativo all’approvazione definitiva del Piano di recupero del centro storico di Fasano, Savelletri e Torre Canne.
Una delega quantomeno curiosa, soprattutto dal punto di vista politico, visto che Amati all’epoca, occupava all’epoca i banchi della minoranza in Consiglio comunale. Ma le contestazione del Pubblico Ministero Valeria Farina Valaori partono da basi diverse. Sotto il profilo penale, infatti, l’ipotesi sostenuta dall’Accusa è che Amati fosse incompatibile con l’incarico perché proprietario di alcuni immobili nel centro storico.
La notizia di conclusioni delle indagfini preliminari è stata notificata ai 3 indagatinelle scorse ore, da parte della Guardia di Finanza. La palla, quindi, passa ora alla difesa. Gli Avvocati Gianfreda, Musa e Lombardi dovranno dimostrare l’estreneità di Amati, Di Bari e Dioguardi. Mentre il PM dovrebbe chiedere, nei prossimi giorni, il rinvio a giudizio. Ma l’ultima parola spetterà al GIP.