CronacaEconomia

Ilva, Procuratore: “Dubbi e incertezze sul decreto”

TARANTOSu questo Decreto ”a prima vista nascono dei dubbi e delle perplessità. Però, dobbiamo prima studiare bene il provvedimento e poi decidere”. Lo dice il Procuratore Capo della Repubblica del Tribunale di Taranto Franco Sebastio, a proposito del Decreto-legge licenziato dal Consiglio dei Ministri sulla questione dello stabilimento siderurgico Ilva.  

Sono in tutto 3 le ‘strade’ possibili che la Procura potrebbe seguire rispetto al Decreto del Governo che nella sostanza fa perdere di efficacia al sequestro degli impianti dell’area a caldo dello stabilimento siderurgico Ilva, consentendo la prosecuzione della produzione: un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato, l’eccezione di incostituzionalità, ma esiste anche l’eventualità che i Magistrati di Taranto, dopo aver valutato il provvedimento, possano giungere alla conclusione di non fare nulla.

Per quanto riguarda le primi 2 ‘eccezioni’, esse vanno presentate davanti a un Giudice. Non è obbligatorio, però, farlo davanti al Tribunale del Riesame che il 6 dicembre dovrà discutere le istanze dell’Ilva (sia sulle recenti misure cautelari personali che sui sequestri). Le questioni di legittimità costituzionale, ad esempio, possono essere sollevate dalPM ma poi è sempre il Giudice che decide se sono manifestamente infondate, oppure, se sono fondate. Nel 1° caso le respinge, nel 2° la questione passa alla Corte Costituzionale.

Insomma, la partita con l’Ilva non è finita, “abbiamo ancora qualche cartuccia da sparare”, rilancia il Procuratore Capo di Taranto, Franco Sebastio, pronto a indossare di nuovo la toga in vista dell’udienza del prossimo 6 dicembre davanti al Tribunale del Riesame, per discutere dell’istanza di dissequestro dei prodotti finiti e semilavorati presentata dall’Ilva.

La Procura recepirà, nel suo ricorso, tutto quello che ha scritto il GIP di Taranto, Patrizia Todisco, rigettando l’ennesima istanza dell’Ilva di dissequestrare gli impianti dell’area a caldo: “È un fatto incontrovertibile – scrive il GIP a pagina 7 del suo Decreto – che l’attività produttiva dell’Ilva sia tuttora altamente pericolosa per la salute dei lavoratori e dei cittadini dei vicini centri abitati. La nuova AIA non si preoccupa affatto delle misure necessarie a far sì che per produrre acciaio non si provochi malattia e morte, come avviene tuttora”.

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