Cronaca

Casa di riposo ‘Sacro Cuore’, continuano gli attentati

MERINE (LE)Una rapina, un attentato incendiario ed ora anche il rogo dell’auto. Qualcuno, è ormai più che evidente, ha preso di mira la Casa di riposo ‘Sacro Cuore di Gesù’ a Merine e le persone che ci lavorano dentro.

La titolare, Maria Rosaria Buttazzo, 58 anni, sembra essere il vero obiettivo degli episodi che alla luce della rapida successione in cui sono avvenuti appaiono strettamente collegati tra loro.

L’ultimo poco dopo la mezzanotte in via VIII strada a Merine, proprio davanti all’abitazione della 58enne che vive accanto alla Casa di riposo, in via Francesco Baracca. L’auto, una vecchia Fiat Uno ferma da mesi perché sotto sequestro, è stata data alle fiamme.

È intestata ad un 78enne, ma qualcuno potrebbe averla ricondotta alla donna. Su questo stanno indagando i Carabinieri della Stazione di Lizzanello e della Compagnia di Lecce, impegnati ormai da giorni nelle indagini sulla strana sequenza di fatti e che dietro i vari episodi ci vedono un possibile collegamento con la figura di Alessandro Verardi, collaboratore di giustizia, ex convivente della figlia di Maria Rosaria Buttazzo.

 Molto più che una semplice rapina, quindi, quella avvenuta nel cuore della notte il 21 novembre scorso, quando 2 individui incappucciati fecero irruzione nella casa di riposo portando via alla donna una borsa contenente 15.000 euro. L’altra notte, sempre nella struttura, qualcuno ha dato alle fiamme una serie di armadietti con dentro della biancheria e a distanza di qualche ora, l’incendio dell’auto parcheggiata davanti casa della donna.

Avvertimenti, messaggi, rivolti forse a Verardi e alla sua intenzione, ormai non più segreta, di collaborare con la giustizia dopo l’arresto, per essere parte attiva del clan criminale sgominato con l’operazione ‘Augusta’. Avvertimenti indiretti, rivolti ai suoi familiari, e non è certo la prima volta. Solo qualche mese fa colpi di pistola furono esplosi davanti all’abitazione dell ex convivente e scritte minatorie apparvero sull’uscio e sui muri, mentre una bomba carta fu piazzata, sempre davanti casa, ma fortunatamente rimase inesplosa.

 

 

 

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