Cronaca

TAP al TAR: un rinvio che sa di bocciatura

LECCE – Un rinvio che sa di bocciatura: e così le aspirazioni della multinazionale che vuole traforare le coste del Salento per portare in Europa il tesoro del gas estratto dai giacimenti azeri di Shah Deniz potrebbero essersi ormai infrante contro la resistenza del territorio.

La multinazionale è TAP, Trans Adriatic Pipeline, letteralmente “il tubo che attraversa l’Adriatico”.

Il territorio è rappresentato da Melendugno, visto che al termine del tragitto di quel tubo c’è San Foca e la sua delicatissima falesia: in pratica – nel progetto di TAP – una testa fresante comandata a distanza mangia la terra per espellerla dalla coda scavando un tunnel di 2 metri e mezzo di diametro e 700 metri di lunghezza, vale a dire 40.000 metri cubi di fondale marino, scogli, rocce e terra.

Un progetto che ha bisogno di una precisa valutazione d’impatto ambientale, svolta dal ministero dell’ambiente che ha dato come termine ultimo per depositare tutti i documenti il 10 dicembre. Se non che l’Ufficio Tecnico del Comune di Melendugno ha opposto un rifiuto quando TAP ha richiesto di effettuare analisi in mare per avvalorare la propria richiesta di VIA.

Ecco che la multinazionale è quindi partita con un esposto al TAR all’attacco del Comune: per TAP il diniego dell’Ufficio Tecnico era un atto politico, poiché il Consiglio comunale di Melendugno si era espresso all’unanimità contro il progetto. Ma ci vogliono motivazioni tecniche per rifiutare un’autorizzazione, tanto più visti i tempi strettissimi che abbiamo per depositare tutte le carte: così protestava la multinazionale, che però nelle scorse ore davanti al TAR ha incassato un rinvio che – come dicevamo – sa di bocciatura.

Il Comune di Melendugno, difeso dall’Avvocato Alberto Durante, ha infatti prodotto una nota integrativa nella quale si dava conto non solo della famosa delibera del Consiglio comunale contraria al progetto, ma dettagliava una per una tutte le motivazioni tecniche che avevano portato al rifiuto, a partire dai numerosi vincoli che esistono in quella zona.

Così il TAR presieduto da Antonio Cavallari che in un primo momento aveva accorciato i termini della decisione, stavolta ha deciso di prendersi il tempo necessario ad esaminare i documenti e quindi di rinviare tutto al 12 dicembre: due giorni dopo, quindi, quel 10 dicembre indicato come termine ultimo dal Ministero dell’Ambiente per depositare le carte della VIA.

Come dire che tecnicamente la decisione è di rinvio, nella pratica si traduce in una bocciatura quanto meno della fretta con cui la tap chiedeva di definire la questione. E ora Comune di Melendugno e ambientalisti chiamano in aiuto la Regione Puglia: il 27 si riunirà il Consiglio comunale – dice il Sindaco di Melendugno Marco Potì – e chiederemo all’unanimità alla Regione Puglia di esprimersi, anche sulle varie ipotesi di gasdotto in campo.

Un punto sul quale il comune trova sponda nel Comitato No TAP: non è giusto subire passivamente la decisione delle multinazionali – dice Alfredo Fasiello – la vittoria di fatto di oggi deve tradursi in una decisione comune di contrarietà delle istituzioni al progetto di sbarco del gas sulle coste salentine.

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