Politica

Provincia Salento, la protesta parla leccese

BRINDISI Dopo la ressa di ieri, le polemiche di oggi. Strascichi da Consiglio comunale quello decisivo con cui l’Assise ha deliberato, quasi all’unanimità, per l’accorpamento con Lecce. E su Facebook, nelle caselle di posta, persino sulle prime pagine dei quotidiani locali, non mancano le reazioni di poltici, cittadini, giornalisti.

A volte scomposte, a volte persino geniali. La prima pagina di Senza Colonne rischia, in tal senso, di passare alla storia.

Titoli e sottotitoli, infatti, sono tutti battuti in dialetto leccese stretto, tanto da rendere complicata la lettura a chi, a digiuno di barocco, si barcamena con il nuovo idioma. “Lu pisce rande se mangia lu piccinnu. Sciamu a Lecce”.

Con Consales che “se sta papariscia intr’all’acqua: “lu sacciu – avrebbe detto il Sindaco – ca ete mejiu te Tarantu”. Al primo cittadino risponde il Consigliere d’opposizione Riccardo Rossi: “Ttacca lu ciucciu a ddu ole lu patrunu”. Con il Sindaco di una volta Ortese che ammonisce: “Se m’ia ntisu nun ia sgarratu”.

Nell’intestazione, Brindisi è già Provincia di Lecce, con l’emblema giallorosso che prende il posto del cervo brindisino. Su Facebook, la bacheca del Sindaco Consales si divide tra i sostenitori della scelta leccese e le critiche di chi, a questo accorpamento, dice NO a prescindere: “Siamo una città in svendita, diamo il culo al miglior offerente!”, scrive qualcuno. E ancora: “Il vostro Sindaco vuole Lecce? IO MI TRASFERISCO. O MUOIO BRINDISINO O PREFERISCO ANDAR VIA PIUTTOSTO CHE DIVENTARE UNO SPORCO LECCESE”, posta qualcun altro, tanto per testimoniare che la madre degli idioti è sempre incinta.

Anche la politica non si sottrae al dibattito. Per un Luigi Vitali (Pdl) che giudica la delibera Pro Lecce come la vittoria del buon senso, c’è un Ciro Argese (Udc) che reputa “assurda la soddisfazione di alcuni Parlamentari per l’accorpamento. Non si presentino mai più – dice il Centrista – alle elezioni”.

Come dire: scia curcatibe tutti!

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