BRINDISI – Gli amici, si sa, si vedono nel momento del bisogno. Quelli di Brindisi e provincia, riuniti in comitato, spuntano fuori, però, quando i giochi sembrano essere ormai fatti e, quindi, fuori tempo massimo: o almeno così sembrerebbe. Eppure, loro, ci credono ancora.
Credono che la battaglia per mantenere in vita la moribonda provincia di Brindisi debba ancora cominciare.
Credono che lo status di capoluogo, allo stesso modo, possa ancora essere conservato.
Credono, innanzitutto. Pur non avendo magari le idee chiare su cosa si debba o si possa fara. Sempre che, appunto, qualcosa si possa fare.
A spalleggiare il portavoce, una nutrita schiera di brindisini doc. Che rifuggono qualsiasi tipo di accorpamento.
Tizio, Caio, Lecce, Taranto. Poco importa. Brindisi provincia di Brindisi.
Così, mentre nel Laboratorio crescono i malumori e le incomprensioni (con Pd e Udc ai ferri corti sulla questione del riordino, tanto da rendere la data del 20 novembre, giorno del Consiglio comunale, come una sorta di banco di prova sulla tenuta della maggioranza), i brindisini ritardatari sono pronti a scendere sul campo di battaglia. In bocca al lupo.