Politica

E i brindisini, del capoluogo e non solo, acclamano l’unione con Lecce

BRINDISI – Brindisi, Lecce, Taranto. San Teodoro, Sant’Oronzo e San Cataldo. 3 campanili, 3 santi. Una guerra scatenata dal riordino delle Province. Dopo la decisione del Ministro Patroni Griffi di accorpare Brindisi a Taranto, sotto il vessillo del capoluogo ionico,in città e non solo, si è creato un vero e proprio schieramento popolare, pronto a tutto pur di impedire questo matrimonio combinato.

Da piazza Cairoli a piazza Vittoria, il coro è unanime: meglio andare con la vicina Lecce.

Ma alla protezione di due santi, qualcuno preferisce una ‘triplice ala celeste’ che, detta in termini geografici e istituzionali, significa Grande Salento, quella Macroprovincia per cui spinge in prima persona il Sindaco Consales insieme ad altri politici locali.

A Brindisi, ormai, sembrano passati i tempi in cui i leccesi, falsi e cortesi, venivano visti di cattivo occhio. Oggi, un leccese è sempre meglio di un tarantino e può diventare il compagno ideale con cui prendere un caffè, magari sotto la colonna di Sant’Oronzo.

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