Politica

Riordino, c’è ancora tempo per le modifiche

BRINDISI – Accorpamento e riordino, giochi ormai fatti? Macchè. Il decreto varato dal Governo parla chiaro. “In sede di conversione del presente decreto legge si terrà conto di ulteriori iniziative assunte da altri Comuni ai sensi dell’articolo 133, 1° comma, della Costituzione, sentite le Regioni interessate”.

Ricomincia il valzer tutto brindisino in tema di riordino delle Province.

Da lunedì, i Comuni esclusi dall’accorpamento con Lecce ritorneranno in Consiglio comunale per esprimere, finalmente, una volontà chiara e netta. Poi toccherà alle Regioni prima e ai Parlamentari dopo far valere le ragioni di un territorio che ha vissuto gli ultimi mesi in una situazione di caos figlia di campanilismi e interessi politici.

Ma vabbè, è comunque scattata l’ora delle polemiche. Secondo il Sindaco di San Pietro Vernotico: “Hanno sbagliato tutto”. Secondo i diretti interessati, che rimandano al mittente le accuse, è ancora possibile lavorare sulla Costituzione di una Macroprovincia.

Il Sindaco Udc Pasquale Rizzo non le manda a dire e accusa l’ex Presidente Massimo Ferrarese – nonché maggiorente Udc, lo stesso partito di Rizzo – di essere tra i responsabili, insieme a Consales, al Pd e alle forze di Centro, dello smembramento della Provincia di Brindisi, avendo insistito sulla poi fallimentare ipotesi del doppio capoluogo.

Di titoli, gergo giornalistico docet, il primo cittadino ne regala tanti. Tra tutti, uno. “San Pietro Vernotico è disponibile a fare tutto quanto necessario per consentire a Brindisi ed agli altri Comuni di rivedere gli errori del passato, ma non sarà presente alla riunione di lunedì, perché ha già fatto le sue scelte ed è a disposizione delle realtà territoriali che intendano aprire ogni nuovo discorso a livello Parlamentare che non metta in discussione le predette scelte”.

Come dire … caro Consales, voi fate quello che volete, ma S.Pietro – così come i Comuni già accorpati in quel di Lecce – ha fatto la sua scelta  e non torna indietro. Il problema, per chi predica la soluzione della Macroprovincia, sarà capire come arrivarci. Andare nei Consigli o in Parlamento o nelle Commissioni a chiedere l’unico ente potrebbe rappresentare un suicidio, dato che Taranto rema contro tale soluzione.

L’unica via, repetita iuvant, sembrerebbe quella di ‘forzare’ il Governo smantellando, a forza di delibere, la neo costituita Provincia jonico-adriatica,  con i Comuni brindisini compatti verso Lecce e con Taranto, giocoforza, perdere i requisiti per restare in vita.  Fantapolitica amministrativa? Forse. Non fosse altro che la Corte Costituzionale potrebbe, nella giornata di martedì, cancellare con un colpo di spugna l’intero riordino e migliaia di parole spese inutilmente.

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