TARANTO – C’è grande attesa, in fabbrica, per il ‘Piano industriale’ messo a punto dall’Ilva dopo il via libera dell’azienda alla nuova Autorizzazione Integrata Ambientale.
Il siderurgico dovrà infatti illustrare come effettuerà gli investimenti di risanamento e, soprattutto, quali risorse finanziarie metterà in campo. 3 miliardi, al momento la somma di massima stimata per gli interventi.
Interventi che tuttavia, l’azienda ha condizionato al presupposto indispensabile del dissequestro degli impianti.
Un via libera alla facoltà d’uso che può essere deciso soltanto dalla Magistratura e che per ora resta escluso o quantomeno resta decisamente improbabile.
Il nuovo testo dell’Aia, al momento, è sul tavolo dei giudici per cui la priorità resta quella di eliminare le emissioni inquinanti. Le primissime osservazioni avanzate dai custodi della Procura non sono positive.
Mentre, Giampiero Mancarelli, Assessore provinciale all’Ambiente, tra i firmatari dell’Aia per quanto riguarda gli enti locali, osserva che “la puntuale applicazione dell’Aia permette di avviare una svolta in direzione dell’eco-compatibilità del siderurgico”, l’Assessore regionale al Bilancio, Michele Pelillo, figura di rilievo nei Democratici tarantini dice, invece, che: “Si tratta di capire se l’Aia può realmente tutelare la salute dei cittadini” e invita la Magistratura ad andare avanti contro “la reiterazione del reato di disastro ambientale”.