TARANTO – Truffa delle forniture vendute a peso d’oro all’Ilva. A finire nei guai 59 persone cui la Procura di Taranto, ha inviato gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari, a firma del Procuratore capo Franco Sebastio e dei Pm Pietro Argentino e Lelio Festa.
Nel mirino, i titolari di alcune imprese ma soprattutto diversi dipendenti dell’Ilva di Taranto, Genova e Milano.
Una maxi truffa che supera i 3 milioni di euro, messa a segno ai danni dell’Ilva. L’inchiesta è partita nel 2009 da un esposto presentato dal gruppo Riva.
In quella occasione 24 dipendenti del siderurgico furono segnalati come persone informate sui fatti. L’Ilva, dal canto suo, ha promosso nel frattempo anche un’indagine interna bloccando i pagamenti alle imprese risultate coinvolte.
123 gli episodi finiti sotto la lente dei magistrati. In alcuni casi l’Ilva è arrivata a pagare apparecchiature fino a 12 volte di più, rispetto al prezzo di mercato. Nell’esposto, tra gli esempi elencati, quello di un interruttore pagato 2.500 euro il cui costo reale si aggira attorno ai 200 euro.
Non solo prezzi gonfiati, ma c’è anche l’ipotesi che parte del materiale acquistato sia contraffatto.
Le accuse mosse dalla Procura sono di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e concorso in truffa e ne risponderanno in 59 tra i dipendenti Ilva e i titolari delle aziende di rifornitura coinvolte.