Politica

E il Consiglio regionale se ne lava le mani

BARI – Il Consiglio regionale pugliese scarica la patata bollente del riordino delle Province e preferisce che sia Roma a decidere come sarà ridisegnata la  Puglia.

La decisione è arrivata dalla VII Commissione Consiliare, riunita per discutere proprio della riforma contenuta nella spending review messa a punto dal Governo nazionale.

A dare il là, l’Assessore al Federalismo Marida Dentamaro che ha rimarcato ciò  che già era stato deciso dalla Giunta, ovvero di non far sì che fosse il  Governo regionale a decidere del futuro della Puglia. “Meglio che lo faccia il  Consiglio, si disse qualche settimana fa, su orientamento dei Comuni”.

E, invece, non sarà nemmeno il parlamentino pugliese a dire la propria. Fatte  salve, per lo meno, smentite dell’ultima ora. Il Presidente del Consiglio regionale consegnerà il materiale al Ministro Filippo Patroni Griffi. Dopodichè, si attenderanno le decisioni romane che ormai sembrano già chiare.

Il Vicepresidente del Consiglio Antonio Maniglio non si è lasciato convincere da questa linea remissiva e ha deciso di presentare, comunque, un suo ordine del giorno nel quale chiede espressamente che siano soppresse tutte le Province e si trasferiscano funzioni e risorse alle città capoluogo e alle Unioni dei  Comuni e, non ultimo, che la Giunta decida.

I tarantini hanno taciuto, i brindisini hanno spinto per la non decisione cosi da tentare di salvare il proprio capoluogo. È toccato a Marmo della Bat proporre una Puglia con Foggia, Bari e il Salento unito.

La decisione dell’Assise – specie se si ricordano le tante rivendicazioni a decidere del proprio destino che sono arrivate da via Capruzzi e da tanti palchi politici nel corso degli ultimi anni – è dovuta al  tentativo di evitare la guerra intestina che era sul punto di scoppiare in quel  di Bari. Ma che in fondo era fisiologico che ci fosse.

Di qui la scelta di lavarsene le mani, con la speranza che passi il messaggio  diretto al Governo Monti: “Avete fatto il pasticcio, risolvetevelo da soli”. Ma  forse il messaggio che resta in Puglia è che una decisione di così elevata importanza non si è in grado di prenderla sul territorio per evitare che diventi un tutti contro tutti.

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