BARI – I gruppi consiliari della Regione Puglia sono passati indenni dalla bufera dello scandalo dello spreco di soldi pubblici. I loro conti sono risultati morigerati. Il Governatore Vendola ha ridotto ulteriormente la propria indennità, invitando gli eletti di via Capruzzi a fare altrettanto.
Ma basterà tutto ciò per mettere a tacere l’indignazione popolare scaturita dagli scandali che emergono di ora in ora?
Forse no, se consideriamo che nella macchina regionale a muoversi, spesso in silenzio, sono tutte le entità che orbitano attorno all’Ente: associazioni, fondazioni, agenzie, partecipate.
In Puglia ce ne sono oltre 34. Ma andiamo con ordine.
Le società partecipate risultano 13. Naturalmente in ognuna c’è un Consiglio di Amministrazione con componenti nominati direttamente dalla Regione. In Innovapuglia, il Consiglio di Amministrazione ha 8 persone nominate dall’ente.
Puglia Sviluppo ne ha 4 persone. Come anche in Puglia Valore Immobiliare, Aeroporti di Puglia e Acquedotto Pugliese. Il Consorzio Teatro Pubblico Pugliese ha una nomina regionale.
A queste partecipate si aggiungono le Terme di Santa Cesarea e le Stp di Brindisi e Lecce che però per il ruolo che svolgono sono di diversa tipologia. Il grosso deve ancora arrivare. Perché la maggior parte di queste partecipate è a sua volta azionaria in altre società; il che per la Regione significa essere azionaria indiretta.
Quindi: Innovapuglia è socia di altre 8 società, benché stia cercando di liquidarne alcune. Puglia Sviluppo è socia di altre 4 partecipate. Acquedotto di altre 3. Alla fine il numero di società partecipate indirette e dirette della Regione sale a 25! Finito qui? No.
Ci sono le agenzie. Ne sono 7. Ares, Arem, Arpa, Arif, Arti, Adisu, Pugliapromozione. Ognuna, inutile dirlo, con Presidenti e Consiglieri a seguito.
Ma nell’elenco che compare nell’Assessorato al Bilancio non figurano, eppure ci sono, la Fiera del Levante e l’Apulia Film Commission. Che, come è noto, non sono esattamente enti votati al risparmio.
Da una prima stima e molto approssimativa, per difetto s’intende, i soli Presidenti e Amministratori unici di una parte degli enti citati costano alle casse pubbliche, una somma che va molto oltre il milione di euro l’anno. E ribadiamo, solo per la persona al vertice di ognuna di queste società.
La cifra è perfettamente spiegata da alcuni dei celebri compensi: Domenico Di Paola, Aeroporti, percepisce 207mila euro annui. Ivo Monteforte, Aqp il più pagato, 225mila. Francesco Bux dell’Ares 131mila, Sabrina Sansonetti Innovapuglia 80mila.
Non è difficile comprendere che la cifra totale di tutti i Consigli di Amministrazione al completo lieviterà di molto. Ma questo sarà il prossimo capitolo.