Cronaca

Stretta della Asl sul 118, sei onlus senza requisiti

LECCE – La Asl di Lecce stinge le maglie attorno al servizio del 118, assegnato alle associazioni di volontariato. La nuova stretta arriva giusto a 3 settimane di distanza dalla bufera giudiziaria, che ha portato al fermo amministrativo di 9 ambulanze della Procivil Lecce Onlus e della Spc-Soccorso e Protezione civile, nell’ambito dell’inchiesta avviata dal Sostituto procuratore Giuseppe Capoccia sulla presunta truffa ai danni della sanità regionale.

È delle scorse ore, infatti, la delibera a firma del Direttore generale Valdo Mellone e che mette fuori dalla porta 6 associazioni che attualmente hanno in carico alcune postazioni del 118.

Non presentano, infatti, i requisiti richiesti dalla Regione Puglia e necessari per procedere al nuovo affidamento del servizio che mediamente, tranne in alcuni casi, costa alla Asl 22mila euro al mese per  ciascuna onlus.

“Il 75% delle realtà che si sono presentate è stato escluso – conferma Maurizio Scardia, Dirigente del 118 -. Si tratta di associazioni che si sono proposte per la prima volta ma anche di quelle che già operano con noi”.

Dalla nuova gara, che verrà ribandita entro 3 mesi, rimarranno fuori la Emergenza Salento che opera a Lecce, la Rambo a Martano, la Mserveglie a Campi, la Vivi Bene a Salice, oltre ad Ala azzurra e a Protezione civile Lecce.

I loro contratti risalgono al 2004 e da allora sono in continua proroga. Ci rimarranno fino alla stipula dei nuovi con chi i requisiti ce li ha. “E’ così che speriamo di rendere più efficiente un servizio che attualmente ritengo buono, ma migliorabile”, continua Scardia.

Una svolta, questa, che diventa centralissima in prospettiva. Nell’orizzonte di via Miglietta, infatti, continua a rimanere l’internalizzazione del 118. Internalizzazione che, per ovvie ragioni, lascerebbe al palo i volontari, perchè nella società in house dovrebbero essere assunti solo gli attuali dipendenti delle  società esterne, che sono Meleleo e Ikebana.

Un’ipotesi che non appare così remota, visto che la Asl ha nel cassetto il piano di salvataggio di Sanitaservice, per sottrarla alle grinfie del decreto Monti sui tagli della spesa, che delle in house ha disposto lo scioglimento.

Venerdì, l’Assessore regionale alla Salute, Ettore Attolini, ha inviato una nota per invitare le Asl pugliesi a dimostrare la convenienza economica delle società sul tavolo di Enrico Bondi, il Commissario del governo alla spending review, entro novembre.

Per ottenere il disco verde, la Asl depositerà i documenti che dimostrano il pareggio di bilancio e il risparmio ottenuto, stimato in 160mila euro, rispetto agli appalti esterni.

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