Politica

Accorpamento, la continuità territoriale blocca la ‘grande fuga’

BRINDISI – Tra le strategie, le intenzioni e le volontà dei comuni e, diciamocelo, della politica sulla tratta che in terra di riordino delle province, abbraccia Brindisi, Lecce e Taranto, bisognerà fare i conti con il principio della continuità territoriale.

Le delibere che, in queste ore, arrivano dai consigli comunali, oltre a rappresentare per tempi e modalità, semplicemente un’intenzione da valutare nelle opportune sedi istituzionali, rischiano comunque di essere bloccate quasi sul nascere da un aspetto fondamentale eppure, fino a questo momento, ampiamente sottovalutato.

Per spiegarlo, utilizziamo una rudimentale mappa della provincia di Brindisi e prendiamo, ad esempio, la città di Francavilla Fontana che con la delibera approvata nel consiglio di martedì ha di fatto espresso la volontà di essere accorpata a Lecce.

La ‘città degli Imperiali’ si trova nel bel mezzo della defunta (o quantomeno sofferente) provincia brindisina. I suoi confini territoriali, però, toccano gli agri di Ceglie Messapica, Oria, Villa Castelli, Latiano e San Michele Salentino.

Esclusa Ceglie, gli altri comuni hanno già espresso in linea di massima, la volontà di restare con Brindisi, laddove si dia vita  alla paventata, presunta ma allo stato dei fatti, ancora virtuale, ‘provincia a 2 teste’. Francavilla a ovest, confina però anche con gli agri di Sava e Manduria.

Ma, anche in questi due casi, la posizione, rispettivamente ufficiale ed ufficiosa delle amministrazioni, è quella di restare con Taranto. Questo vuol dire che, al di là delle intenzioni espresse dalla maggioranza di centrodestra, se così restassero le cose, la ‘città degli Imperiali’ sarebbe ‘costretta’ a soccombere alla scelta dei comuni limitrofi perchè, appunto, verrebbe a mancare il principio della continuità territoriale.

Quella che a sud della provincia adriatica è, invece, garantita tanto dalla geografica, quanto dalla strategia comune di San Donaci, Torchiarolo, San Pietro Vernotico e, a quanto pare, di San Pancrazio, ormai prossima alla delibera. Nella stessa situazione, si trova Ceglie Messapica, bloccata da Francavilla, e da Carovigno, che confina, invece, con Ostuni e Brindisi, comuni che hanno già sposato l’ipotesi doppio capoluogo.

Stesso problema per San Vito dei Normanni, con il sindaco Magli che preme per il passaggio a Lecce (sarà deliberato, salvo imprevisti, giovedì pomeriggio) pur consapevole che venisse confermata la nostra cartina, non se ne farebbe nulla. Ad avere in mano il pallino della situazione è, poco sorprendentemente, la città di Oria. Spesso indicata come ‘porta del Salento’ . Una porta che, per alcuni comuni, rischia di rimanere irrimediabilmente chiusa.

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