Cronaca

Tumori, ambientalisti contro Clini: “Pesa l’Ilva, a Lecce come a Taranto”

TARANTO – La rabbia degli ambientalisti contro il Ministro dell’Ambiente: non usano mezzi termini, esperti e esponenti del mondo ambientalista del Grande Salento, dopo le parole shock di Corrado Clini, che in un battibecco ripreso con un’attivista, ripreso da un telefonino a Conversano lo scorso 12 settembre, ha liquidato come ‘propaganda’ l’argomento dei tumori a Taranto causati dall’Ilva: “Si muore più a Lecce, lo dicono i dati”, ha sbottato Clini.

E gli ambientalisti parlano di rabbia, per due motivi: perché – per dirla terra terra – il Ministro usa dati veri per un obiettivo sbagliato: assolvere la grande acciaieria di Taranto. Un ragionamento che non sta in piedi, perchè – afferma il Presidente della Lega tumori di Lecce Giuseppe Serravezza – anche dall’Ilva dipende quel picco di neoplasie registrato in provincia di Lecce.

E poi c’è un altro motivo per la rabbia: parlare – come ha fatto il Ministro – del dato della provincia di Taranto, significa non vedere i picchi di mortalità che si verificano nei quartieri nati a ridosso del siderurgico. È l’ottusità della statistica quando viene applicata sui grandi numeri, ovvero il famoso paradosso dei due polli, citato da Alessandro Marescotti di Peacelink Taranto. 

Ecco perché la rabbia degli ambientalisti: perché l’argomento – giusto – del Ministro dell’Ambiente avrebbe l’obiettivo – sbagliato – di assolvere la grande industria dalle imputazioni di danneggiare l’ambiente e la salute, secondo Serravezza e Marescotti: e in un contesto caldissimo come quello che sta vivendo l’Ilva, significa un intervento a gamba tesa nel dibattito politico, ma anche giudiziario.

D’altronde è delle scorse ore, due dichiarazioni dello stesso Ministro Clini: una che mette in dubbio il rapporto di causa ed effetto tra inquinamento e malattie. Ovvero il cuore dell’inchiesta sull’Ilva della magistratura di Taranto. Un’altra, secondo la quale occorre uscire dalla supplenza della magistratura, perchè tocca alla politica assumersi le responsabilità. Concetti giusti, ma forse anche in questo caso al servizio di obiettivi impropri.

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