Cronaca

Due anni senza Sarah

AVETRANA (TA) – Il 26 agosto del 2010 spariva la quindicenne Sarah Scazzi di Avetrana. Alle 14.40 sua madre Concetta la vede per l’ultima volta quando la ragazzina uscì da casa a piedi, le cuffie del lettore mp3 nelle orecchie, per andare al mare con la cugina Sabrina. Doveva raggiungerla a casa sua, in via Deledda e da lì sarebbero partite per la spiaggia. “Qui non è mai arrivata” diranno Sabrina, sua madre Cosima e suo padre Michele.

E invece si scoprirà, due mesi dopo che ci arrivò, che lì fu strangolata, uccisa, secondo gli inquirenti dai suoi parenti. Lo dirà alla fine di un interrogatorio fiume Michele Misseri, lo zio di Sarah, che accompagnerà carabinieri e magistrati sul luogo, in aperta campagna, dove l’ha gettata in un pozzo. Una verità agghiacciante fatta di versioni sempre diverse, tantissime. Michele si accollerà tutta la colpa, poi coinvolgerà la figlia Sabrina e poi ancora si rimangerà tutto.

Intanto, sono finiti in carcere tutti e tre: lui, la moglie Cosima e la figlia Sabrina, ma lui sarà scarcerato. Le due donne continuano tutt’oggi a negare qualsiasi coinvolgimento. Nel processo sfilano decine e decine di testimoni. Dopo la pausa estiva, si tornerà in aula martedì 18 settembre.

Resta il dolore inconsolabile di mamma Concetta, di papà Giacomo e del fratello Claudio. La storia che ha lasciato l’Italia intera con il fiato sospeso prima e con tanta rabbia poi, sembra infinita. Infinita e assurda, senza la certezza del nome di uno o più colpevoli, che rende tutto se possibile, ancora più insostenibile. Ma oggi il pensiero va a lei, a quell’angelo che non c’è più, a quella ragazzina bionda che ascoltava Avril Lavigne e che camminava, spensierata, verso un futuro radioso.

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