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Bregovic, ed è subito Taranta

MELPIGNANO (LE) – Come una grande festa popolare che si rispetti, sullo sfondo ci sono le  luminarie, novità scenografica di quest’anno. Sul palco una miriade di cantanti e musicisti, un vero concerto bandistico nell’edizione, la 15esima, più corale che ci sia mai stata.

E chi  segue la musica del bosniaco Goran Bregovic, chi ha imparato ad amarlo attraverso i film di Kusturiza non è rimasto stupito: sul palco va in scena la musica polifonica dei Balcani con le bande e le fanfare degli ottoni, con le atmosfere zigane magicamente amalgamate con suoni e musica salentini, coreografate da abiti colorati e sinuose ballerine.

 Un appuntamento, al quale nessuno ormai rinuncia, che attira a Melpignano appassionati, curiosi e nomi noti come l’attrice Stefania Rocca, accompagnata dai fratelli Capasa o Massimo D’Alema e signora, a gustare profumi e sapori di prodotti tipici offerti nel back stage.

Ottoni e tamburelli insieme, in un mix riuscito che ha spaziato dalle nostre pizziche indiavolate, agli incalzanti ritmi balcanici, che hanno scatenato per oltre tre ore una folla enorme, più di 100mila persone secondo le stime ufficiali, con un pubblico che si estendeva a perdita d’occhio, difficile da gestire, tanto che gli incidenti non sono mancati. Decine e decine gli interventi dei soccorritori del 118, per la calca, tantissimi i malori e le risse sedate dalle forze dell’ordine: c’è stato anche un arresto, un barese ubriaco ha colpito al volto un poliziotto, ferendolo. È stato bloccato ed ammanettato per resistenza e violenza a pubblico ufficiale.

 Le splendide voci dei protagonisti dell’ensemble della ‘Notte della Taranta’ si sono unite a quelle della ‘Wedding e Funeral Band’ , legate insieme dal carisma di Bregovic, per tutto il tempo sul palco insieme a i musicisti, alternate a quelle degli ospiti, come le coreografiche ‘Mondine di Novi’, coro popolare  tutto al femminile in arrivo dalla provincia di Modena, o la banda di Racale. Da lui un invito costante alla follia, a lasciarsi andare al ritmo e alla danza, a perdere  il controllo in nome della musica, appello accolto dalla folla che sino a  notte fonda si è lasciata ammaliare, trascinare e travolgere.

 

 

 

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