CronacaEconomia

Peacelink: “Sforzi inutili. Taranto come Genova”. Legambiente: “Riaprire Aia”

TARANTO – “Provvedimenti inutili. La cokeria è troppo vicina alla città”. Sono senza mezzi termini le parole di Alessandro Marescotti, leader di Peacelink, sulla questione Ilva: “Anche l’adozione di migliori tecnologie disponibili non è in grado di assicurare nel raggio di 1.700 metri da una cokeria, un valore di concentrazione di benzo(a)pirene inferiore a 1 nanogrammo a metro cubo”.

Al centro di quel cerchio dal diametro di 3.400 metri, ci sono il quartiere Tamburi e una parte della città di Taranto. Parole dure, spietate, dette con i dati alla mano. Le ricerche, spiega infatti l’ambientalista, dimostrano l’incompatibilità della cokeria con il quartiere Tamburi: “Una cokeria con 10 anni di vita non è in grado di ridurre l’inquinamento da benzo(a)pirene in un raggio che va dai 1.200 ai 1.700 metri”. La cokeria Ilva è a 300 metri dal quartiere Tamburi di Taranto. E fino a 1.700 metri non vi può essere aria salubre. Nessuna speranza insomma, secondo l’ambientalista, di risolvere il problema il 26 luglio a Roma. E continua: ” Nessun tavolo tecnico, politico o sindacale potrà schivare e tanto meno risolvere né a Roma, né a Bari, né a Taranto. Il piano di risanamento della qualità dell’aria proposto dalla Regione è assolutamente inadeguato e inefficace”.

Infine, Marescotti conclude: “Se fosse stato possibile risolvere il problema dell’inquinamento, lo avrebbero fatto a Genova. Lì la magistratura ha dovuto sequestrare e fermare la cokeria. E le problematiche sanitarie e di inquinamento non dovrebbero differire  da nord a sud”. Sul piano di risanamento incalza anche Legambiente: “La legge regionale non sminuisca adessola portata dalla riapertura dell’Aia, l’unico strumento che può imporre, per via amministrativa, interventi di drastica riduzione dell’inquinamento prodotto dagli impianti dell’Ilva”. Legambiente ha già inoltrato al Ministero dell’ambiente i 26 punti ritenuti ‘irrinunciabili’, tra cui un esercizio della cokeria in maniera condizionata e sotto controllo, copertura dei parchi minerali, controllo sinterizzazione per dispersione diossina, riduzione fenomeno ‘slopping’ delle acciaierie, monitoraggio e/o campionamento in continuo di macro e microinquinanti.

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