Politica

Superprovincia? No, superpastrocchio. Partiti e politici senza coraggio e il Salento si affama sempre di più

Il minestrone è servito. Il solito pastrocchio all’italiana, perché nel nostro Paese sembra quasi vietato fare le cose per bene e soprattutto nell’interesse dei cittadini, delle comunità e dei territori. La soppressione di alcune Province e l’accorpamento di altre, parte da buoni principi, ma giunge ad inutili risultati.

Va bene l’eliminazione dei carrozzoni e il taglio degli sprechi, ma che siano tutti: via tutte le Province, via tutti gli enti inutili. Il Movimento Regione Salento lo dice da anni, invece, con il provvedimento del Governo si rafforzerà ulteriormente il baricentrismo, con Bari città metropolitana e si affosserà ulteriormente il nostro territorio.

Noi abbiamo chiesto, invocato, scongiurato i nostri rappresentanti istituzionali, con in testa partiti e Parlamentari, Presidenti di Provincia e Sindaci: “SALVATE IL SALENTO”. Ma non ne sono stati capaci o, peggio, non hanno voluto.

Non ci hanno ascoltati e con noi non hanno sentito il grido d’aiuto di un territorio isolato e indebolito dalle scelte della politica e dalle gestioni centraliste. E’ assurda poi l’aria di soddisfazione di coloro che pensano di essere in salvo. Lo slogan “meglio Brindisi e Taranto che Lecce” offende il Salento, perché la Provincia leccese rimasta intatta non risolverà in meglio i destini precari delle nostre popolazioni. Salverà forse qualche poltrona… ma nulla di più. Miope ed egoistica è la prospettiva di chi pensa di poter esultare per la conservazione di un Ente Provincia povero in cassa e povero di potere. Quale sviluppo immaginiamo ridotti in questo stato?

No. Così non funziona. Dobbiamo svegliarci. Non si possono accettare, senza reagire, decisioni così drastiche calate dall’alto. Ci vuole coraggio. Quello che manca ai nostri Parlamentari è proprio il coraggio. Allora diciamo che “se non sono in grado di opporre resistenza che stiano a riposo e lascino ad altri il tempo delle scelte coraggiose”.

E’ il momento della Regione Salento e dell’Italia delle 30 Regioni. Ecco quel che ci vuole: una prospettiva riformista, non tirare la cinghia e basta, a spese della periferia. L’Europa del Federalismo non sa che farsene di qualche Provincia in meno, ma chiede Regioni più omogenee e più prossime ai bisogni dei cittadini. È con l’equilibrio dei territori che si costruisce un’Italia più robusta. Si apra, finalmente, un dibattito sano e costruttivo tra le forze politiche, nell’interesse della gente e non nell’interesse di pochi eletti (e talvolta nemmeno eletti).

Tuttavia, in tutto questo, il provvedimento governativo di revisione della spesa qualcosa di veramente buono lo ha fatto. Ha fatto capire che le cose possono cambiare, che le rivoluzioni si possono fare e possono cambiare anche i confini. Non ci sono santuari intoccabili. E non sarà invalicabile nemmeno quello della Puglia.

La Regione Salento arriverà. E sarà una benedizione per le Province morte e per le Province malate.

Paolo Pagliaro

Presidente  Movimento Regione Salento

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