CronacaEconomia

Operai Leadri contro i politici: “Fatti, non passerelle”

LECCE – E’ la settimana decisiva per la Maglie-Otranto e per i lavoratori in cassa integrazione del gruppo Palumbo-Leadri. Giovedì mattina, infatti, la Dirigente di Anas Lecce incontrerà a Roma il Presidente Anas  Pietro Ciucci per riguardare tutto il fascicolo sulla Statale 16 e per capire come venire a capo delle questioni che ancora tengono bloccato il cantiere. Quella delle complanari prima fra tutte.  Per  evitare l’espianto degli alberi monumentali, infatti, era stata stabilita la necessità di valutare un’alternativa di percorso diversa. Ancora, però, non se ne sa nulla.

Ciononostante, dopo il sit-in dei lavoratori che sono ritornati ai piedi della Prefettura a Lecce e nelle scorse ore erano di fronte la sede dell’Assessorato regionale all’ambiente a Modugno, la Regione Puglia ha garantito il suo parere positivo al progetto originario, anche nel caso in cui se ci sarà stato una valutazione negativa da parte dei tecnici Anas. Con la protesta in mattinata in via 25 luglio, però, i lavoraotri hanno anche ottenuto la convocazione ad horas da parte della Prefettura dei 5 Comuni che ancora devono rilasciare la autorizzazioni per le varianti, vale a dire Maglie, Giurdignano, Palmariggi, Otranto e Muro Leccese. Senza questi pareri, la Regione non può dare l’ok definitivo. È dopo questi passaggi burocratici ulteriori che lunedì mattina sindacalisti e lavoratori si rincontreranno nella sede dell’azienda a Sternatia, per stabilire se alzare o meno il tiro della protesta. Per il momento, però, a qualcuno non le mandano a dire.

Ce l’hanno soprattutto con i politici,vicini nei comunicati stampa, lontani dalla loro lotta, dicono. Al loro fianco, ora però c’è l’Ance: “Se un progetto, un programma, una pianificazione sono stati approvati da chi è chiamato istituzionalmente a farlo,  non si capisce perché ci debbano essere ulteriori spazi per inficiarne l’attuazione – tuona il Presidente Nicola Delle Donne – Non si può pensare di ritardare, per poi magari rinunciare, la realizzazione delle opere pubbliche decise, bandite ed aggiudicate sol perché si promuovono resistenze in fase attuativa, accampando a pretesto complicazioni, astrusità, intoppi, intralci: è solo questione di logica e di buon senso. Altrimenti la prospettiva è l’ingorgo che significa paralisi, l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno.”

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