MESAGNE – “Quella persona, se persona si può definire, non è un padre, non può essere considerato tale. Ha spezzato la mia famiglia e la sua“. Per il colpevole solo poche parole, perchè : “Lui – ha detto papà Massimo – per me non esiste”. Così rompe il silenzio la famiglia Bassi, derubata dell’amore più grande. Rita e Massimo sono soli da 19 giorni, da quando la loro Melissa non c’è più, ma si sostengono nel dolore inconsolabile, per dire grazie a tutti, a poche ore dal fermo del colpevole. Grazie alle forze dell’ordine, a Mesagne, a tutti coloro che sono stati loro vicini sin dal primo, tragico momento.
Fanno il loro ingresso nell’Aula Consiliare del municipio di Mesagne, accompagnati dall’avvocato Fernando Orsini. Rita, occhialoni scuri e capo chino, ascolta. Parla Massimo per entrambi. “Non ho mai pensato – dice – che dietro ci fosse la mafia”. Non perdona, solo perchè ribadisce che per lui quell’individuo non esiste.
E a chi gli chiede in questa occasione cosa ne pensi della pena di morte, lui risponde: “E a che servirebbe? Ha 68 anni!” anche se si associa al pensiero di chi, riferendosi all’attentatore, ha detto che dovrebbero consegnarlo alla gente. Un pensiero va alla famiglia di Veronica Capodieci, tuttora ricoverata a Pisa, ed alle famiglie delle altre ragazze ferite nell’attentato. Pochi, intensi minuti e poche intense parole per poi chiudere con un dolce ricordo di Melissa.
di Raffaella Meo