Cronaca

Omicidio del pastore: confessa il barista

NARDO’ (LE) – Diego Alfieri 31 anni di Nardò è stato arrestato a tarda notte con l’accusa di omicidio volontario aggravato. È lui l’ autore dell’assassinio di Giampiero Murinu,

pastore 39enne, sardo d’origine, ma nato a Galatina, freddato a bruciapelo nelle campagne fra Collemeto e Galatone. Il suo corpo è stato trovato all’interno di un’auto, una Lancia Phedra, non lontano dalla sua abitazione, in località “Case rosse” dove abitava con la moglie e tre figli.

Tra i primi ad intervenire, i soccorritori del 118, ma per l’uomo ormai non c’era più nulla da fare. Ad ucciderlo due colpi esplosi da una calibro 7,65 che lo hanno raggiunto alla spalla destra e al petto. Un omicidio passionale ricostruito nelle sue fasi dagli agenti del Commissariato di Galatina e dai Carabinieri della Compagnia di Gallipoli coordinati dal Pm Paola Guglielmi arrivata sul luogo dell’omicidio. A premere il grilletto proprio Diego Alfieri gestore di un bar a Galatina, rivale in amore del pastore.

La vittima aveva avuto il sospetto che tra i due ci fosse una relazione e aveva cercato un chiarimento. Ed è stata proprio la donna , che ha assisitito alla scena, a mettere gli investigatori sulla pista giusta. L’omicidio è avvenuto in seguito ad un litigio tra i due. Si sarebbero incontrati nelle campagne per un chiarimento. Un confronto aspro, dai toni forti, una sorta di regolamento di conti degerato in pochi minuti.

Ad estrarre l’arma l’assino, l’aveva portata con sè . Era seduto sul sedile posteriore e dopo una colluttazione ha sparato per poi fuggire, abbandonando l’uomo riverso sul sedile davanti, senza vita. È stata la moglie della vittima a dare l’allarme e a far accorrere sul posto i soccorsi e poi le Forze dell’Ordine. Alfieri è stato rintracciato in serata nel “Bar Alexander”  in via Kennedi, dove lavora e portato in Commissariato per un lungo interrogatorio.

La caccia all’uomo è partita immediatamente con le indagini congiunte di Polizia, Carabinieri, Commissariato e Squadra mobile. Una volta identificato, il presunto killer è stato rintracciato nel suo bar e poi accompagnato in caserma per un lungo interrogatorio durante il quale ha confessato l’omicidio: “Ho sparato per difendermi – ha detto – o uccidevo lui o lui uccideva me”.

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