La battaglia per l’ambiente

Redazione

L’ambiente è sempre stato una battaglia centrale per Telerama, perché centrale è la forza dell’informazione per smuovere le coscienze dei cittadini. Informare e sensibilizzare ai principi di salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità ambientale, e quindi della qualità della vita, serve a dare un forte impulso a tutti i comportamenti prosociali, come l’utilizzo responsabile dell’energia, la raccolta dei rifiuti, il risparmio etico, il consumo critico…Telerama si pone al servizio di cittadini, associazioni, comitati, di chiunque senta la responsabilità della denuncia o voglia essere propositivo, perché la tutela dell’ambiente è soffocata prima di tutto dalla nostra passività.

Dev’essere richiesta sempre più la partecipazione reale della gente e la televisione è l’unico strumento capace di pretendere coscienza, ottenendo il coinvolgimento di milioni di persone. Senza di questo non si può sperare in un’opera di efficace tutela e salvaguardia ambientale. Conoscere lo stato delle nostre risorse ambientali e la loro evoluzione nel caso di situazioni a rischio è la premessa maggiore. Allo stesso modo, divulgare le buone prassi pubbliche e private può servire da esempio e da stimolo.

Per questo, Telerama, con determinazione e impegno, si adopera per certificare e promuovere i valori del rispetto dell’ambiente nelle tre province di Lecce, Brindisi e Taranto. elerama si pone i seguenti obiettivi: OBIETTIVI GENERALI Ci adoperiamo per incentivare l’uso dell’energia alternativa, ma pretendiamo che sia rispettosa dell’ambiente e del paesaggio. Il primo principio guida è quello della sostituzione dell’energia rinnovabile con quella fossile, per cui è strategico l’ottenimento delle convenzioni con le società energetiche per la riduzione della quantità di carbone movimentata. Crediamo che vada incentivato il fotovoltaico sui tetti delle abitazioni private e, prima ancora, su quelli degli edifici pubblici, quali scuole, ospedali, uffici, centri ricreativi, cimiteri, che in questo modo possono puntare sull’autosufficienza energetica, inquinando meno e risparmiando sui costi delle bollette. I pannelli possono essere accolti, inoltre, in aree industriali, in cave dismesse e zone degradate, ma siamo assolutamente contrari a mega e miniparchi fotovoltaici in aree agricole e in aree sottoposte a vincoli paesaggistici.

Non solo, infatti, deturpano il paesaggio, prima risorsa dell’economia della Regione Salento, ma nella gran parte dei casi la loro installazione prevede una cementificazione selvaggia delle campagne e la loro desertificazione, perché, per il periodo ventennale del loro funzionamento, potrebbero essere utilizzati diserbanti per impedire che cresca anche un filo d’erba. Così facendo, però, si corre il rischio serio che gli inquinanti penetrino nel sottosuolo e inquinino in maniera irrimediabile la falda acquifera. Anche le agroenergierichiedono riflessione. Crediamo che le centrali a biomasse debbano utilizzare soltanto materie provenienti dalla filiera corta e quindi dall’agricoltura di Regione Salento, ma il numero da poter installare sul territorio dev’essere davvero contenuto e limitato alle zone che non fanno correre rischi alle popolazioni, perché la combustione del materiale, soprattutto se legnoso, pur contribuendo in maniera minimale all’emissione di anidride carbonica, comporta l’emissione di quantità significative di altre sostanze, come ossidi d’azoto, ossidi di zolfo, metalli pesanti, cloruri e diossine.

Ci opponiamo all’eolico ovunque e senza regole. Crediamo che gli impianti selvaggi di torri eoliche siano intollerabili in molte aree in cui sono previsti. Molto spesso si tratta infatti di aree di pregio paesaggistico in cui la presenza di pale d’acciaio rappresenta una vera cicatrice. Anche perché bisogna ricordare che accanto a loro sono necessarie tutte le opere accessorie, come strade di accesso, strade di servizio, cabine. Ci impegniamo, invece, a sensibilizzare sui temi del risparmio energetico, che rimane la prima vera fonte di riduzione del carbone, attraverso l’utilizzo di lampade a basso consumo, i sistemi di non dispersione del calore e per questo puntiamo ad incentivare l’architettura ecosostenibile, oltre che quella identitaria.

Ci opponiamo con forza all’abusivismo edilizio e alle discariche a cielo aperto, all’inquinamento delle falde acquifere e al loro sovrafruttamento, che ha portato fino ad ora ad una loro quasi totale salinizzazione. Ci adoperiamo per la salvaguardia e la pulizia delle coste e sosteniamo l’uso della pianta poseidonia, naturale ed economica, per combattere il fenomeno dell’erosione.

Ci impegniamo per un adeguamento e una maggiore cura degli impianti di depurazione dell’acqua, spesso vecchi e non funzionali, e per una maggiore attenzione al problema di smaltimento delle acque di vegetazione, opponendoci al sistema di depurazione che scarica in falda, in deroga alla legge, sui terreni o addirittura in mare con il conseguente rischio di divieto di balneabilità. Nostro obiettivo è anche la tutela della normativa dei nostri ulivi secolari contro l’indiscriminato “furto del nostro paesaggio” e il rispetto di quella istitutiva delle aree protette. Ci impegniamo per la tutela degli animali, insieme a tutti i gruppi e le associazioni preposte, attraverso una serie di progetti mirati, quali l’aumento del numero di rifugi per la raccolta e la custodia degli animali abbandonati, la diffusione delle sterilizzazioni per evitare l’incremento del randagismo. Non da ultimo, ci battiamo per la tutela delle specie faunistiche locali in via d’estinzione, come l’asino leccese o di Martina Franca e la capra del magliese.

OBIETTIVI SPECIFICI

Telerama sprona le pubbliche amministrazioni e i cittadini a portare la raccolta differenziata al 60% entro il 2012: è un processo di responsabilizzazione individuale, è la forma mentis che deve cambiare e la forza dell’informazione può fare tanto. Nella provincia di Lecce la percentuale è sì cresciuta, ma oscilla ancora tra il 16 e il 18 per cento, mentre a Lecce città la percentuale si ferma al 13%. In provincia di Brindisi la situazione è fortemente diversificata tra Ato Br1 e Ato Br2, perché mentre il primo ambito non supera il 13- 15%, con la sola eccellenza di Brindisi città, tra il 22 e il 19%, nel secondo ambito la percentuale si attesta attorno al 23- 26%. Una situazione simile si ripete in provincia di Taranto, dove nell’Ato Ta1 la raccolta differenziata, come nella città capoluogo, è crollata a picco fino al 7- 8%, percentuale che si raddoppia nell’Ato Ta2.

OBIETTIVI LECCE E PROVINCIA

Ci impegniamo per la realizzazione di un vero grande parco nella città capoluogo leccese. Ci battiamo per evitare lo scempio di un edificio di residenze militari progettato a pochi passi dal Faro della Palacìa, sulla costa di Otranto. Ci battiamo contro il proliferare indiscriminato di discariche a cielo aperto nelle campagne, lungo le strade poderali, comunali, interpoderali e sulle piazzole di sosta delle strade provinciali e statali. Ci impegniamo a denunciare e fronteggiare le numerose segnalazioni relative alla questione “Amianto”, sia per i materiali di risulta abbandonati, che per gli edifici con coperture in eternit, come a Lecce nel Rione Santa Rosa, a Maglie e a Cursi in due ex opifici, a Casarano in un ex cinema e nel mercato coperto e nelle numerose zone industriali del Salento. In merito all’inquinamento dell’aria, chiediamo che si vigili sugli impianti industriali quali la Colacem di Galatina, cementificio che emette ossidi di azoto e ossidi di carbonio; la Biosud di Surbo, inceneritore di rifiuti speciali ospedalieri e cimiteriali, nelle cui emissioni si registrano metalli pesanti, ossidi di azoto e ossidi di zolfo, lo Zinchificio Corvaglia a Diso, impianto di produzione di materiali zincati, che provoca inquinamento acustico e atmosferico fuori controllo.

In relazione alle energie rinnovabili, ci battiamo perché nell’ “Area agricola multifunzionale dei Paduli”, che tocca undici comuni da Maglie fino a Montesano, si impedisca che vadano in porto tutti i progetti eolici che cancellerebbero definitivamente la vallata. Allo stesso modo, ci battiamo contro l’installazione di torri eoliche in altre zone paesaggistiche delicatissime, come la Collina dei Fanciulli e delle Ninfe a Giuggianello. Stesso discorso per i parchi fotovoltaici, nati in maniera a dir poco incontrollata in tutte le campagne salentine. In particolare, a Salice Salentino, tra l’altro ricadente all’interno di un’area protetta a tutela dell’avifauna, a Galatina e Soleto, Tricase e Surano. Chiediamo con forza, in materia di smaltimento acque reflue, di porre fine allo scempio dei depuratori che scaricano in falda, vietati dal 1999, nei comuni di Cannole, Matino, Otranto, Palmariggi, Parabita, Salice Sal., Specchia e Uggiano La Chiesa; ci battiamo, inoltre, perché ci sia un maggiore monitoraggio degli impianti che utilizzano come recapito finale le trincee drenanti, come Castrignano del Capo, e i campi di spandimento, come Poggiardo, Squinzano e il vecchio depuratore di Casarano.

Nel campo dell’edilizia, ci opponiamo ai numerosi piccoli abusi privati e ai progetti di villaggi turistici che non siano a tutela dell’ambiente, come a Lido Pizzo, a Gallipoli, a Sant’Isidoro, a Nardò, a Torre San Giovanni di Ugento, a Porto Miggiano. Ci impegniamo per trovare una soluzione, ricorrendo se necessario anche all’abbattimento, delle strutture fatiscenti sulla costa, come il Regina Pacis a San Foca e altre brutture disseminate abusivamente sul nostro litorale.

OBIETTIVI BRINDISI E PROVINCIA 

Ci battiamo contro la realizzazione del rigassificatore a Brindisi. Chiediamo che si vigili sugli impianti industriali che provocano inquinamento dell’aria: la Centrale «Federico II» di Cerano, che non solo è il maxiproduttore di anidride carbonica della regione, ma sfora i parametri europei di qualità ambientale in generale e scarica in mare i residui liquidi del ciclo industrviale. Vigiliamo con attenzione sulle problematiche riguardanti la Centrale termoelettrica Enipower, che produce elettricità dal petrolio; la Centrale termoelettrica Edipower, ultimo pezzo del polo energetico brindisino, anch’esso inquinante per fumi ed emissioni; la Polimeri Europa, ultimo impianto sopravvissuto del comparto chimico brindisino e che produce materie plastiche ed immette in acqua fenoli; i fumi inquinanti del sansificio di Francavilla Fontana.

Ci battiamo per la bonifica, attesa da anni, dello storico Canale Reale che parte da Francavilla Fontana e tocca diversi centri abitati.
Ci battiamo per la bonifica di Contrada Sbitri, la baraccopoli abusiva, discarica di amianto all’aria aperta, sul litorale nord della costa brindisi. Sorge su un terreno sottoposto a sequestro e su cui le responsabilità per la bonifica rimbalzano tra Comune, Provincia e Demanio Marittimo. Ci adoperiamo per l’intera riqualificazione del litorale nord di Brindisi e per la bonifica della sua zona industriale.
Nel campo dell’edilizia ci opponiamo ai numerosi piccoli abusi privati e ai progetti di villaggi turistici che non siano a tutela dell’ambiente, come quelli in provincia di Brindisi, a Fasano e Ostuni. Ci impegniamo per il recupero dei parchi Cesare Baricco, Babylandia e Cillarese.

OBIETTIVI TARANTO E PROVINCIA

Chiediamo che si vigili sui numerosi impianti industriali che provocano inquinamento dell’aria, in primis sull’Ilva, la più grande acciaieria d’Europa, primo produttore di diossina in Italia e secondo produttore di anidride carbonica (dopo Cerano). Provoca inquinamento sforando i parametri europei di qualità ambientale.
Vigiliamo con attenzione sulle problematiche che riguardano l’Eni, la raffineria ubicata sulla statale 106, che sprigiona un’incredibile puzza di gas e in cui negli ultimi anni si sono ripetuti incidenti di non poco conto agli impianti.

Ci battiamo contro il raddoppiamento della centrale termoelettrica dell’Enipower, che pur bruciando gas al posto dell’olio combustibile quadruplicherà la produzione di energia, immettendo nell’aria quantità impressionanti di monossido di carbonio e anidride carbonica.
Monitoriamo la Cementir di Taranto, che produce cemento utilizzando forni a carbone, e il traffico delle navi carbonifere che non adoperano alcuna protezione sulle sostanze trasportate.
Vigiliamo sulla corretta gestione delle acque reflue industriali e sul loro impatto sul mare di Taranto. Il registro Ines, l’inventario nazionale delle emissioni e delle loro sorgenti, dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente, aggiornato al 2005, parla di quantità incredibili di arsenico, cromo, nichel, del pericolosissimo mercurio, oltre che degli idrocarburi policiclici aromatici, in grado di incidere sulla salute e sulle mutazioni genetiche.
Ci battiamo per la bonifica della discarica di Manduria, prima dell’ampliamento e della sopraelevazione dell’impianto di smaltimento.
Vigiliamo sulla produzione abnorme di inquinamento elettromagnetico dalle antenne installate sull’Isola di S. Pietro nell’ambito del sistema di spionaggio internazionale denominato Echelon. Nel campo dell’edilizia ci opponiamo ai numerosi piccoli abusi privati e ai progetti di villaggi turistici che non siano a tutela dell’ambiente, tra i quali ben quattro diversi progetti a pochi chilometri l’uno dall’altro a Castellaneta, in provincia di Taranto.