La battaglia per il buon governo

Redazione

Un giornalismo “cane da guardia del potere”, come molto spesso dimentica di essere, purtroppo, quello italiano, più incline a trasformarsi nel suo cane da compagnia. Con questa nuova battaglia Telerama intraprende un viaggio ancora più sistematico tra i gangli della burocrazia, richiama la pubblica amministrazione alle sue responsabilità, vuole fungere da pungolo, da sprone, per un sistema di gestione della cosa pubblica efficace ed efficiente, secondo quel principio di buon andamento sancito anche dalla Costituzione.

Telerama rivendica trasparenza e legalità nell’azione burocratica, perché sia rispettosa della legge e non si lasci ammaliare e deviare da fini altri. Proprio la correttezza e la legalità hanno ceduto troppe volte, anche in Puglia, al fascino del denaro, della corruzione, ma anche a quello del lassismo.Noi portiamo avanti la battaglia per il buongoverno cercando di sciogliere proprio i nodi in cui sorge e vivifica tutto questo, al fianco dell’azione della magistratura e delle forze dell’ordine e a volte anche anticipandola, supportandola, stimolandola.

Siamo promotori di un giornalismo attento a denunciare gli sprechi, quei conti che non tornano, quelle scelte sbagliate che creano vere e proprie falle nei conti pubblici, lasciando i bilanci in rosso e tirando la coperta, sempre troppo corta, dalla parte sbagliata. È anche per questo che non si riescono a dare risposte a chi ne avrebbe maggiormente bisogno, relegando a cenerentole della politica settori nevralgici come quello della solidarietà sociale e della cultura. L’economicità è, anzi, dovrebbe essere, un principio guida nell’azione amministrativa, che richiede lo zelo del “buon padre di famiglia” per una gestione attenta e accorta dei fondi pubblici, secondo un doppio binario di linee che si intersecano e dipendono l’una dall’altra.

Da una parte, infatti, le spese da contenere per non sforare il patto di stabilità, perché altrimenti si ingesserebbero ancora di più i bilanci, tenendo presente però che ogni voce di spesa corrisponde ad una scelta e ad un indirizzo politico dato a monte e sulle cui ragioni noi vigileremo. Dall’altro lato, invece, le entrate, di cui si tiene conto ancora troppo poco. E già. Lo spreco infatti non si annida solo nelle uscite, ma anche nei mancati introiti, in quei fondi che per ritardi, incapacità, disorganizzazione, non si riesce ad accaparrarsi, treni in corsa che si perdono.Ma qui Telerama è pronta a denunciare a gran voce anche uno squilibrio ormai atavico nella destinazione e attribuzione delle risorse pubbliche, che ha storicamente mortificato, al di là di ogni luogo comune, il Mezzogiorno a vantaggio di altre regioni d’Italia e creando, all’interno di quello stesso Sud, disparità inaccettabili. È quello che è accaduto anche in Puglia, dove il “baricentrismo” della spesa regionale ha posto agli angoli la Regione Salento. Non rinunciamo dunque ad additare e scoperchiare le inefficienze e le ingiustizie del nostro sistema pubblico, ma rivendichiamo, allo stesso tempo, una maggiore attenzione ai problemi del Meridione, una considerazione più alta delle tre province di Lecce, Brindisi e Taranto, nello scacchiere decisionale della Regione Puglia.

Non solo.Telerama si impegna a combattere i privilegi, a porre al centro dell’attenzione il cittadino e il suo rapporto corretto con la pubblica amministrazione. L’imparzialità deve impedire qualsiasi forma di favoritismo nei confronti di alcuni soggetti e noi ci impegniamo a frantumare quelle caste che sono una vera cortina di ferro a protezione di interessi particolari.

Ma l’imparzialità non deve poi trasformarsi in gelida indifferenza, nei confronti soprattutto di chi è meno garantito dal sistema, di chi ha meno conoscenza dei suoi diritti, perché questi non si vengano trasformati in meri favori.